“Tempo fa a Casoria (NA) è stata rubata l’auto dei miei genitori; quando mio papà se n’è accorto, ha contattato la società che gestisce la scatola nera; l’operatore però non riusciva a individuarla e gli ha suggerito di denunciare il fatto alla polizia; dopo qualche giorno l’assicurazione lo ha contattato per dirgli che la vettura risultava non essersi mossa e che, quindi, il danno non sarebbe stato risarcito: è assurdo che la scatola nera che dovrebbe tutelare l’assicurato, diventi un pretesto per non pagare!”
Questa testimonianza apre un capitolo sull’utilità delle scatole nere, tecnicamente “localizzatori GPS” che molte Compagnie assicurative offrono con la polizza RC Auto, in cambio di uno sconto sulla garanzia di responsabilità civile obbligatoria.
L’ultimo bollettino IVASS, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, dice che la percentuale di contratti RC Auto con scatola nera stipulati nella provincia di Napoli oggetto dell’esempio, è stata, (fonte Quattroruote) nel primo trimestre 2016, del 43.1 %; e dice anche che il premio medio delle quasi 68 mila polizze stipulate nel primo semestre dello stesso anno è stato, sempre nel napoletano, di 642 euro: il più alto d’Italia.
Le statistiche dicono inoltre che la Campania è la regione in cui si rubano più auto; quasi 24 mila nel 2015, 8.500 delle quali sono poi state ritrovate.
Quello che le statistiche non ci dicono invece, è la quantità di malfunzionamenti delle black box.
«Quando sbaglia la scatola nera» è il titolo di un’interessante inchiesta pubblicata sempre su Quattroruote nel settembre 2016 dove si intraprende un viaggio tra le anomalie di questi apparecchi: dai sinistri rilevati e mai avvenuti a quelli accaduti e non rilevati, passando per orari non corrispondenti o posizioni dei veicoli incongruenti con i fatti accertati dalle forze dell’ordine.
Non di poco conto poi il tema della scarsa utilità: le scatole nere sono sempre installate in posti facilmente accessibili (normalmente nel cofano motore, vicino alla batteria da cui si alimentano) e quindi possono essere facilmente manomesse.
In sostanza: se un ladro d’auto sospetta che su una vettura sia installata una black box (e in provincia di Napoli, per tornare all’esempio iniziale, tutte le vetture “a rischio” ne hanno una) la prima cosa che fa è neutralizzarla.
Premesso ciò, è evidente che, se la compagnia che aveva assicurato il furto è irremovibile e non vuole liquidare il furto, non resta che aprire un formale contenzioso; molto spesso, l’intervento di un legale, consente di superare l’iniziale opposizione, ma a volte è necessario rivolgersi alla giustizia e allora, soprattutto in assenza di una copertura di tutela legale, oltre a tutte le incognite del caso, ci si trova costretti a sostenere anche i costi che questa strada comporta.
Quindi… scatola nera si o scatola nera no?