Scatola nera, risarcimenti, lesioni: la Commissione Giustizia chiede di rivedere il testo. Esultano i carrozzieri e pure le assicurazioni!
«È così sbilanciato a favore delle assicurazioni e a sfavore degli assicurati da sembrare scritto direttamente da Unipol»; queste le parole del deputato Andrea Colletti componente della Commissione Giustizia che ha letteralmente demolito l’art. 8 del “Destinazione Italia” in tema di rc auto.
Dopo la vittoria dei consumatori della settimana scorsa in Commissione riunite Lavori Pubblici e Industria grazie all’ex ministro Matteoli, la bocciatura del testo si ripete. A questo punto solo una forzatura da parte del governo, ponendo la fiducia sul decreto, permetterebbe di porre nel nulla il migliaio di emendamenti proposti.
La Commissione giustizia è stata severissima nel giudizio sul testo dell’esecutivo.
Vediamo i singoli passaggi:
Scatola nera: la Commissione ha bocciato risolutamente la disposizione in base alla quale le risultanze della scatola nera costituiscono prova legale (una sorta di autovelox in mano alle compagnie), perché l’assicurato sarebbe impossibilitato a dimostrare il malfunzionamento del dispositivo.
Risarcimento in forma specifica: La Commissione ha stroncato il testo della legge, ove prevedeva che l’auto debba essere riparata solo presso carrozzerie convenzionate,
infatti, ‘l’artigiano verrebbe trasformato in terzista sotto il diretto controllo del sistema assicurativo, con il conseguente impoverimento di tutto il settore della riparazione e la conseguente minore qualità dei lavori di riparazione, con grave pregiudizio degli
assicurati”.
Cessione del credito: Come per la precedente ipotesi l’analisi della Commissione è tranchant e la conclusione anche: “la disposizione va soppressa, infatti attribuisce
all’impresa assicuratrice la facoltà di vietare la cessione del diritto al risarcimento del danno causato dalla circolazione dei veicoli a motore con grave limitazione delle facoltà contrattuali degli assicurati”.
Lesioni lievi: “Appare necessario scrive sempre la commissione sopprimere questa norma,
non ravvisandosi alcun ragionevole motivo per limitare il diritto al risarcimento danni, escludendo le lesioni riscontrabili con diagnosi di tipo visivo”. Anche in questo caso il parere è così smaccatamente contrario all’orientamento dell’esecutivo da rendere superfluo qualsiasi ulteriore commento.
Testimoni: La Commissione Giustizia ritiene l’art. 8 discriminatorio, in quanto non solo istituisce archivi speciali per i testimoni in cause d’infortunistica stradale (siamo alla legislazione speciale fascista contra danneggiato!!), ma introduce uno sbilanciamento
processuale incostituzionale: infatti, il danneggiante potrebbe “produrre” testimoni in ogni momento sino alle preclusioni istruttorie, il danneggiato solo nell’immediatezza del sinistro.
Tempi: L’art. 8 ha introdotto l’obbligo a carico del danneggiato di richiedere i danni entro 90gg dall’incidente. “La previsione rende estremamente difficile l’esercizio del diritto, atteso che nel brevissimo termine indicato dalla norma il danneggiato o i suoi eredi potrebbero essere impossibilitati a esercitarlo per cause di forza maggiore (es. veicolo rimasto ignoto)”.
Parola di Commissione: Nemmeno il più feroce dei critici avrebbe espresso pareri così negativi sulla riforma Letta in te ma di rc auto e tutti gli addetti ai lavori, persino le assicurazioni (www.ania.it), disapprovano il provvedimento: lo conferma il responsabile in materia di Forza Italia Ignazio Abrignani: «C’è un sentimento negativo comune contro una norma che introduce vincoli eccessivi per gli automobilisti.
Le disposizioni sono esageratamente coercitive!». Canta vittoria Bizzarri, vicepresidente della Confederazione italiana per la Libertà del danneggiato (www.cild.eu): «Dopo Matteoli e le Commissioni riunite anche quella Giustizia ha esaminato lucidamente le criticità del provvedimento sia dal punto di vista procedurale che civilistico.
La vera vittima dell’art. 8 è il danneggiato che deve godere di maggior tutela e libertà». Il decreto va convertito in legge entro il 21 febbraio: la battaglia continua…