PALAZZO CHIGI HA DECISO: IN CASO DI SINISTRO SI PUÒ ANDARE SOLO NELLE CARROZZERIE “CONVENZIONATE”.
L’esecutivo ha infatti regalato il mercato delle autoriparazioni alle compagnie assicuratrici.
E l’esito del combinato disposto degli interventi che rafforzano il cosiddetto “risarcimento in forma specifica” rendendolo, di fatto, obbligatorio: il danneggiato, in sostanza, è costretto a farsi riparare la macchina da un carrozziere convenzionato con la compagnia e, quando scelga altrimenti, l’entità del danno la fissa comunque l’assicurazione.
Due i problemi: il primo è che in questo modo tipologia e qualità della riparazione non saranno scelti dall’assicurato, ma da chi ha tutto l’interesse a tenere bassi i prezzi; il secondo è che quelli che sopravvivranno tra i quasi 16 mila carrozzieri italiani (e relativi dipendenti) passeranno da essere liberi professionisti a terzisti delle compagnie.
L’assicurazione imporrà i pezzi di ricambio, il compenso orario, il tipo di intervento: chi non si adegua, perde il lavoro.
Per soprammercato, viene anche vietata la cessione del credito (in genere dal cliente al meccanico/carrozziere), che permetteva all’artigiano di trattare alla pari col perito assicurativo e, in caso di inadempienza nei pagamenti a ricorrere in giudizio contro la compagnia.
Infine c’è anche la creazione di una sorta di rito civile ad hoc, una chicca: per i processi in materia i testimoni varranno solo se presentati all’atto della denuncia di sinistro. In cambio, il governo Letta impone una serie di sconti medi alle compagnie, che si lamentano e annunciano un ricorso europeo: siccome, infatti, le tariffe non possono essere imposte per legge, è probabile che alla fine gli sconti saranno cancellati dalla magistratura e il regalo rimarrà al suo posto.