L’imprenditore può essere condannato per bancarotta documentale anche quando la contabilità è tenuta integralmente dal commercialista e ciò, semplicemente, perché è lui o chi per lui a comunicargli i dati?
La Cassazione con la sentenza 3442 del 26/1/2023 ha infatti respinto il ricorso di un imprenditore.
Inutile per la difesa sostenere che il manager non aveva contezza della contabilità.
Per gli Ermellini è lui a trasmettere i dati al professionista dei quali, poi, è responsabile.
Nelle motivazioni si legge che a norma degli artt. 2214 e 2392 cod. civ., l’imprenditore che esercita attività commerciale è obbligato, personalmente, alla regolare tenuta e conservazione dei libri e delle scritture contabili nella propria azienda.
Chi volesse qualche nota aggiuntiva sulla sentenza può richiedermela.
(Articolo di Debora Alberici su Assinews del 27 Gennaio 2023 – Fonte Italia Oggi)
Riguardo al Commercialista, a mio parere la valutazione non è penale o personale, perché tranne il caso di comportamenti fraudolenti o solidali con l’imprenditore in crisi non vi dovrebbero essere particolari problemi per lui anche in caso di default della società.
Tuttavia, in una situazione di crisi dell’impresa e alla luce del 2086 del CCII, considerato che l’impegno di ogni professionista che assiste l’azienda dovrebbe essere quello di stimolare e incentivare gli amministratori alla adozione di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili, è difficile pensare ad una totale assenza di responsabilità, quantomeno professionale, da parte del Commercialista (ergo, analizzare la propria copertura di r.c. professionale).
Niente cambia in termini di responsabilità per il collegio sindacale, ovviamente…
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Ilario Fabiano
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